Riflettevo su questo..

Perchè il coronavirus colpisce di più le persone del gruppo sanguigno di tipo A e di meno quelle del gruppo Zero?

Le ipotesi sono tre:

  1. Il coronavirus si lega a livello chimico/fisico con gli antigeni A e forse B.
  2. Risparmia il gruppo Zero perchè tra i vari gruppi sanguigni è quello che la minor incidenza di Rh negativo.Quindi verrebbe da dedurre che il fattore Rh positivo dia immunità. Ma non avrebbe molto senso, favorirebbe un levame con gli eritrociti a tale fattore, ma se il virus si lega agli eritrociti è senz’altro un male perchè favorisce il trasporto de virus a livello periferico.
  3. I gruppi sanguigni posseggono anticorpi dei gruppi a loro estranei.Le persone del gruppo A posseggono anticorpi de gruppo B , quelle del gruppo B posseggono anticorpi del gruppo A e quelle del gruppo zero posseggono anticorpi sia del gruppo A che del gruppo B.Questi anticorpi potrebbero essere riprogrammati e riutilizzati contro il virus. Questa potrebbe essere una tesi plausibile.Anche se personalmente non propendo per la 1)

Allora analizziamo le possibili terapia.

Nel caso dell’ipotesi N. 1 le terapia di cambio del gruppo sanguigno in vivo con enzimi a-zyme e b-zyme funzionerebbe (ci sarebbero però da considerare gli eventuali effetti avversi).

Anche nel caso di mascheramento con glicole polietilenico come nel caso della malaria.Bisognerebbe però dimostrare un nesso causale tra gli antigeni A (e forse B) e le proteine del virus. Come nella malaria

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11154236/

https://www.sciencedaily.com/releases/2015/03/150309124113.htm

in cui la malaria produce la proteina RIFIN che si lega agli antigeni A degli eritrociti, anche il coronavirus potrebbe creare una proteina analoga o forse la proteina spike agisce nello stesso modo.Questo è da indagare.

Il secondo caso lo escludo perchè non logico.

Il terzo caso sarebbe di ardua soluzione, perchè non si potrebbe introdurre un anticorpo opposto al proprio gruppo sanguineo. Anche nel caso di cambiamento temporaneo del gruppo sanguigno o di mascheramento si potrebbe ipotizzare di introdurre nel gruppo A gli anticorpi dello stesso gruppo A ma sarebbe un suicidio perchè non appena le cellule ematopietiche avrebbero prodotto nuovi eritrociti non stealth avverrebbe un conflitto tra questi anticorpi e tutti gli eritrociti.

Forse si potrebbe introdurre nel gruppo A maggiori anticorpi antigruppo B e nel gruppo B maggiori anticorpi antigruppoA.Se fosse un problema quantitativo. Ma sono solo speculazioni.

Un approccio indiretto

Il coronavirus ha una caratteristica insidiosa e molto pericolosa per il genere umano.Questa pericolosità è dovuta al suo alto tasso di mutazione.Il virus potrebbe diventare più aggressivo o meno aggressivo, più contaggioso o meno.Una cosa è certa, il virus diventerà sempre diverso.

Trovare un vaccino probabilmente richiederà un anno di tempo, ma ne frattempo il virus potrebbe essere già mutato una o più volte. Perciò il vaccino studiato sul primo virus potrebbe non essere più efficace sui virus mutati conseguenti.

Anzi risulta che il virus sia già mutato due volte.Attualmente pare che vi siano tre versioni di virus differenti.

Per questa ragione la proposta di terapia che andrò ad esporre potrebbe essere particolarmente utile, poichè agisce in modo indiretto, non sarebbe un farmaco che uccide il virus e nemmeno un vaccino.Ma una forma di terapia preventiva che limiterebbe la diffusione del virus e renderebbe il virus meno virulento nelle persone infettate, riducendo quindi il tasso di mortalità.

Da uno studio effettuato in Cina

https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.03.11.20031096v1?fbclid=IwAR2cXPyDOtTkN3u_mBCwCFBqXJEsF7OXDBmuP2lvd0mbDCakHy5oIIHp2cw

il virus colpirebbe in minor misura, quindi in senso quantitatito, e con sintomi di minor gravità e con tassi di mortalità inferiori le persone con il gruppo sanguigno di tipo Zero e maggiormente le persone con il gruppo sanguigno di tipo A.

Questa è una correlazione, ma afferma il detto americano correlation si not causation, cioè è solo un indizio.Le ipotesi sarebbero due:

o l’antigene del gruppo A (o anche B) reagisce con il virus in modo chimico/fisico e agevola il suo trasporto nell’organismo(ipotizzavo che gli eritrociti lo veicolassero direttamente nei polmoni)

oppure essendo il gruppo zero quello con la percentuale inferiore e minima di fattore Rh negativo che fosse il fattore Rh positivo che desse questa immunità.

Poi ho trovato una estremamente curiosa analogia con la malaria. Anche la malaria ( che peraltro ha qualcosa in comune con questa malattia perchè la molecola dell’ hydroxychloroquine sia usata contro entrambi le patologie, con esiti ancora incerti sul covid19)colpiva maggiormente le persone del gruppo sanguineo di tipo A. E la causa sarebbe un legame chimico tra la malaria e l’antigene A.

https://www.sciencedaily.com/releases/2015/03/150309124113.htm

Penso che la causa del maggior incidenza del covid19 sul gruppo sanguineo di tipo A sia analogo.

Mi chiedevo poi quindi se fosse possibile convertire i gruppi sanguigni. Convertirlo in maniera permanente sarebbe possibile solo agendo sulla genetica, oppure con il trapianti di cellule ematopoietiche.Entrambe le proposte non sono praticabili su larga scala.

Esistono altri due metodi per convertire il gruppo sanguineo, ma in maniera temporanea all’utilizzo di alcune molecole che potrebbero essere utilizzate in modo cronico fino alla contenimento dell’epidemia.

Il primo utilizza degli enzimi derivati da dei batteri “buoni” presenti nel nostro intestino.Questi enzimi rimuovono gli antigeni e rendono il nuovo sangue analogo a quello zero.Questo studio ha più che altro applicazioni in virto, solo una in vivo sugli animali.

Vi è un secondo modo che non rimuove gli antigeni, ma li maschera cioè come li riveste e li rende “invisibili” ad altre sostanze che si sarebbero legate chimicamente agli antigeni.

Qui trovo un articolo molto esaustivo in merito.

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/j.1365-2141.2010.08561.x#b5

Iniziamo ad analizzare il primo metodo quello enzimatico.

Ci sono studi in vitro di conversione del gruppo sanguineo di tipo A e B in zero rimuovendo gli antigeni relativi.

Qui alcuni studi in vitro:

https://www.nature.com/articles/s41564-019-0469-7

https://www.inverse.com/article/56706-universal-blood-type-conversion-science

Le molecole coinvolte sono queste:

l’ alfa-N-acetylgalactosaminidase , detta anche nagalase , che trasforma il plasma di tipo A in zero.E’ perciò anche chiamata A-zyme.

https://en.wikipedia.org/wiki/Alpha-N-acetylgalactosaminidase

la

la alfa-galactosidase , che trasforma il plasma di tipo B in zero.

Perciò è chiamata B-zyme.

https://en.wikipedia.org/wiki/Alpha-galactosidase

e la

la endo-1,4-beta-galactosidase (EABase) che trasforma entrambe le varianti A e B in zero

https://en.wikipedia.org/wiki/Blood-group-substance_endo-1,4-beta-galactosidase

https://www.creative-enzymes.com/service/enzyme-activity-measurement-of-bloodgroupsubstance-endo14betagalactosidase_266.html

Usate in vitro funzionano perfettamente.Ma per avere effetto necessiterebbe un ricambio totale del sangue e non sarebbe praticabile.

Mi chiedevo se vi fosse uno studio in vivo.

Finalmente ho trovato uno studio in vivo!

https://www.hindawi.com/journals/er/2019/6972835/

E’ stato sperimentato sui conigli con buoni risultati.

Per avere una reazione simile in vivo occore qualcosa di più della reazione in vitro.Adattare il sangue al ph adeguato alla reazione chimica e altre cose.

Con la a-zyme funziona bene.Con la b-zyme crea anticorpi nei conigli e questo è un punto critico da controllare.

Non ho trovato altri studi in vivo sulla terza molecola.

Dopo la sperimentazione animale mancherebbe solo la sperimentazione umana.

Portati tutti temporaneamente al gruppo sanguigno zero i tassi di contagiosità e mortalità potrebbero cambiare, ma ci vorrebbe una verifica sperimentale per confermare questa tesi.

Ora iniziamo ad analizzare il secondo metodo, quello di mascherare gli antigeni.

Si aggiunge questa molecola: polyethylene glycol (PEG) e si creano come degli eritrociti stealth, con antigeni A e B invisibili

Ho inoltre trovato un’altra interessantissima analogia con la malaria. Entrambe le patologie colpivano soprattutto il gruppo sanguigno di tipo A con un legame chimico.Con questa tecnica di mascherare gli eritrociti sono riusciti a creare una relativa immunità dalla malaria.

Blood group antigenicity may not be the only molecular feature modulated by PEG treatment. Blackall et al (2001) showed that PEG masking of glycophorin A of the MNS blood group induces some resistance to parasite infection, e.g. by Plasmodium falciparum. In another study performed for an application similar to the one in transfusion medicine, i.e. immunocamouflage, PEG was used to shield major histocompatibility complex class II molecules carried by mononuclear cells in peripheral blood (Murad et al, 1999). Results showed reduced production of alloreactive T lymphocytes.

potrebbe peraltro impedire al coronavirus di essere trasportato a livello periferico, ad esempio nei polmoni.

Questo metodo è sicuramente più sperimentato sugli animali

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9207132?dopt=Abstract

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18454498?dopt=Abstract

rispetto a quello enzimatico, ma il mascheramento potrebbe essere imparziale.

In conclusione credo che entrambi i metodi vadano approfonditi.

Un approccio indiretto

Il coronavirus ha una caratteristica insidiosa e molto pericolosa per il genere umano.Questa pericolosità è dovuta al suo tasso di mutazione. Il virus potrebbe diventare più aggressivo o meno aggressivo, più contaggioso o meno.Una cosa è certa, il virus diventerà sempre diverso.

Trovare un vaccino probabilmente richiederà un anno di tempo, ma ne frattempo il virus potrebbe essere già mutato una o più volte. Perciò il vaccino studiato sul primo virus potrebbe non essere più efficace sui virus mutati conseguenti.

Anzi risulta che il virus sia già mutato due volte.Attualmente pare che vi siao tre versioni di virus differenti.

Per questa ragione la proposta di terapia che andrò ad esporre potrebbe essere particolarmente utile, poichè agisce in modo indiretto, non sarebbe un farmaco che uccide il virus e nemmeno un vaccino.Ma una forma di terapia preventiva che limiterebbe la diffusione del virus e renderebbe il virus meno virulento nelle persone infettate, riducendo quindi il tasso di mortalità.

Da uno studio effettuato in Cina

https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.03.11.20031096v1?fbclid=IwAR2cXPyDOtTkN3u_mBCwCFBqXJEsF7OXDBmuP2lvd0mbDCakHy5oIIHp2cw

il virus colpirebbe in minor misura, quindi in senso quantitatito, e con sintomi di minor gravità e con tassi di mortalità inferiori le persone con il gruppo sanguineo di tipo Zero e maggiormente le persone con il gruppo sanguineo di tipo A.

Questa è una correlazione, ma afferma il detto americano correlation si not causation, cioè è solo un indizio.Le ipotesi sarebbero due:

o l’antigene del gruppo A (o anche B) reagisce con il virus in modo chimico/fisico e agevola il suo trasporto nell’organismo(ipotizzavo che gli eritrociti lo veicolassero a livello periferico)

oppure essendo il gruppo zero quello con la percentuale inferiore e minima di fattore Rh negativo che fosse il fattore Rh positivo che desse questa immunità.

Poi ho trovato una estremamente curiosa analogia con la malaria. Anche la malaria ( che peraltro ha qualcosa in comune con questa malattia perchè la molecola dell’ hydroxychloroquine sia usata contro entrambi le patologie, con esiti ancora incerti sul covid19)colpiva maggiormente le persone del gruppo sanguineo di tipo A. E la causa sarebbe un legame chimico tra la malaria e l’antigene A.

https://www.sciencedaily.com/releases/2015/03/150309124113.htm

Penso che la causa del maggior incidenza del covid19 sul gruppo sanguineo di tipo A sia analogo.

Mi chiedevo poi quindi se fosse possibile convertire i gruppi sanguigni. Convertirlo in maniera permanente sarebbe possibile solo agendo sulla genetica, oppure con il trapianti di cellule ematopoietiche.Entrambe le proposte non sono praticabili su larga scala.

Esiste un altro modo per convertire il gruppo sanguigno, ma in maniera temporanea all’utilizzo di alcune molecole che potrebbero essere utilizzate in modo cronico fino alla contenimento dell’epidemia.

Ci sono studi in vitro di conversione del gruppo sanguineo di tipo A e B in zero rimuovendo gli antigeni relativi.

Qui alcuni studi in vitro:

https://www.nature.com/articles/s41564-019-0469-7

https://www.inverse.com/article/56706-universal-blood-type-conversion-science

Le molecole coinvolte sono queste:

l’ alfa-N-acetylgalactosaminidase , detta anche nagalase , che trasforma il plasma di tipo A in zero.E’ perciò anche chiamata A-zyme.

https://en.wikipedia.org/wiki/Alpha-N-acetylgalactosaminidase

la

la alfa-galactosidase , che trasforma il plasma di tipo B in zero.

Perciò è chiamata B-zyme.

https://en.wikipedia.org/wiki/Alpha-galactosidase

e la

la endo-1,4-beta-galactosidase (EABase) che trasforma entrambe le varianti A e B in zero

https://en.wikipedia.org/wiki/Blood-group-substance_endo-1,4-beta-galactosidase

https://www.creative-enzymes.com/service/enzyme-activity-measurement-of-bloodgroupsubstance-endo14betagalactosidase_266.html

Usate in vitro funzionano perfettamente.Ma per avere effetto necessiterebbe un ricambio totale del sangue e non sarebbe praticabile.

Mi chiedevo se vi fosse uno studio in vivo.

Finalmente ho trovato uno studio in vivo!

https://www.hindawi.com/journals/er/2019/6972835/

E’ stato sperimentato sui conigli con buoni risultati.

Per avere una reazione simile in vivo occore qualcosa di più della reazione in vitro.Adattare il sangue al ph adeguato alla reazione chimica e altre cose.

Con la a-zyme funziona bene.Con la b-zyme crea anticorpi nei conigli e questa risposta immunitaria è un punto critico da controllare piuttosto pericoloso.

Non ho trovato altri studi in vivo sulla terza molecola.

Agire su un cambiamento temporaneo del gruppo sanguineo a fini terapeutici non mi pare sia mai stato teorizzato.

Dopo la sperimentazione animale mancherebbe solo la sperimentazione umana.

Portati tutti temporaneamente al gruppo sanguineo zero i tassi di contagiosità e mortalità potrebbero cambiare, ma ci vorrebbe una verifica sperimentale per confermare questa tesi.

Uno studio in vivo



https://www.hindawi.com/journals/er/2019/6972835/

2.5. RBC Enzyme Conversion Methods

The initial proof of concept experiment to evaluate enzyme activity in vivo was set up as follows: 1 mL of human RBCs in glycine buffer (200 mM pH 6.8) [19] with 100 μg of enzyme was maintained at room temperature (~22°C). These samples were evaluated with standard ABO typing solution. Conversion of RBC followed many of the experiments that were performed during the in vitro characterization of the enzyme(s). In vivo evaluation of the enzyme(s) included enzyme dose titration, kinetic activity, buffer system, PCV, pH, temperature, product inhibition, and reverse enzyme activity. Blood groups A1 and A2 RBC were used in the enzyme dose titration and temperature experiments; the remaining experiments were completed with A2 RBC. With the exception of the PCV experiment, each test was conducted with 20-30% PCV. All experiments were completed with 0.5 or 1 mL of sample. All samples (except kinetic activity samples) were inverted to mix every 15 minutes to minimize RBC aggregation with 10 μL aliquots removed at 1 and 2 hours and placed in 200 μL of PBS to discontinue enzyme activity. Samples were inverted to mix prior to each aliquot collection for the kinetic activity experiment. Several buffer solutions were evaluated, glycine, alanine, lysine, and PBS. Glycine, alanine, and lysine were tested at 150-300 mM concentrations with 50 mM increments. Phosphate buffer was evaluated at 5 mM; in addition phosphate buffer was evaluated with added NaCl concentrations (ionic strength) ranging from 0 to 20 mM at 5 mM increments. Each assay used 100 μg of enzyme maintained at room temperature. A 250 mM glycine solution was used to evaluate enzyme activity at various pH. The solutions were pH adjusted and ranged from 5.5 to 8.0 at 0.5 pH increments. Each assay used 100 μg of enzyme maintained at room temperature. Samples containing 25, 50, 75, and 100 percent PCV were tested to evaluate the impact of red cell concentration on enzyme activity. Each assay used 100 μg of enzyme maintained at room temperature. An enzyme kinetic experiment composed of samples collected at 0, 1, 5, 10, 15, 30, 45, 60, 75, 90, 105, and 120 minutes after addition of α-NAGA was completed with 100 μg of enzyme. Enzyme dose titration experiments were completed with varying α-NAGA concentrations at both refrigerated (~ 4°C) and room (~ 22°C) conditions. Enzyme concentrations tested were 0, 1, 5, 10, 20, 25, 30, 40, 50, 60, 70, 75, 80, 90, 100, 250, 300, 350, 400, 450, 500, or 1000 μg. The product, N-acetylgalactosamine, was utilized at concentrations of 10, 50, or 100 mM and was tested with blood group O to evaluate reverse enzyme activity using 250 μg of protein. Inhibition of enzyme activity was evaluated with blood group A1 RBC infused with 500 μg α-NAGA. The experiment included a sample under the conditions outlined; a sample that at 1 hr was centrifuged and the supernatant was removed and then replaced with fresh buffer, and a sample had 1X additional buffer added after 1 hr. All samples were evaluated by Flow Cytometry.

https://www.hindawi.com/journals/er/2019/6972835/

Qui descrive che effetto abbia fatto in vivo sugli animali, nello specifico dei conigli

Two studies using α–galactosidase from coffee beans triggered an immune response after transfusion of enzyme converted blood in Rhesus monkeys and humans [15, 39]. Each of the studies did not observe any adverse events relating to this antibody response. The two studies involved single transfused units of blood. Transfusion of multiple units of blood over time has not been investigated in subjects to evaluate for a potential increased immune response and/or reaction.

Infusing larger amounts of the enzymes to evaluate immunological/toxicological concerns is currently sparse in the literature. A 150 μg/kg level of α–galactosidase from coffee beans has been demonstrated to be safe in Rhesus monkeys [15]. Zhang determined that this concentration represented approximately 2500X by body weight (μg/kg) safe concentrations of enzyme.



In vitro e in vivo?

Queste molecole utili a convertire i gruppi sanguinei A e B nel gruppo Zero sono state utilizzate in vitro per questa funzionalità.

altri studi in merito

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11452159

Mi rimaneva il dubbio se potessero essere utilizzate in vivo. Direttamente nel sangue umano.

Ho trovato questi studi che dimostrano che sono sostanze o già presenti nel corpo umano, nel sangue o persino usate ad uso terapeutico.

Iniziamo con l’ alfa-N-acetylgalactosaminidase

è già utilizzato come farmaco

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29332325

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27907862

mentre l’alpha galactosidase è anch’esso usato nel sangue come terapia sostitutiva nel Fabris desease

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4133871/

e usato sempre in vivo per le valvole cardiache

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23672462

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK11601/

Per convertire i gruppi sanguigni A e B in Zero

Attualmente si usa in vitro e le sostanze usate sono:

alfa-N-acetylgalactosaminidase , detta anche nagalase , che trasforma il plasma di tipo A in zero.E’ perciò anche chiamata A-zyme.

https://en.wikipedia.org/wiki/Alpha-N-acetylgalactosaminidase

la alfa-galactosidase , che trasforma il plasma di tipo B in zero.

Perciò è chiamata B-zyme.

https://en.wikipedia.org/wiki/Alpha-galactosidase

la endo-1,4-beta-galactosidase (EABase) che trasforma entrambe le varianti A e B in zero

https://en.wikipedia.org/wiki/Blood-group-substance_endo-1,4-beta-galactosidase

https://www.creative-enzymes.com/service/enzyme-activity-measurement-of-bloodgroupsubstance-endo14betagalactosidase_266.html

A remedy for coronavirus ?

According to these studies, the virus mainly affects people with type A blood type. Those least affected are people with type zero blood type. Those of type zero have very mild symptoms.

https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.03.11.20031096v1?fbclid=IwAR2cXPyDOtTkN3u_mBCwCFBqXJEsF7OXDBmuP2lvd0mbDCakHy5oIIHp2cw

https://www.scmp.com/news/china/society/article/3075567/people-blood-type-may-be-more-vulnerable-coronavirus-china-study?fbclid=IwAR0ajFW51CBgXk3R8UW6igOr0O_OVROXyHwbKULd9WLxSXEBHoDyFdzjffA

https://nypost.com/2020/03/17/people-with-blood-type-a-might-be-more-susceptible-to-coronavirus-study-finds/?fbclid=IwAR3EW681z-PhY-badeLTFZn2ShiYHgsF0l7s0Q99dsrMbaE8Y8wlL39PP2c

Very mild symptoms mean fewer people in intensive care.

Think in the red areas where intensive care places are running out. Then I thought this:

it is possible to convert people of type A blood group to type zero with enzymes, this in vitro

https://www.inverse.com/article/56706-universal-blood-type-conversion-science

https://www.nature.com/articles/s41564-019-0469-7

It could work to reduce the virulence of the contagion in the red areas and reduce the virulence of the symptoms to reduce the times of the disease and therefore the spread of the contagion. Less exposure time for asymptomatics and less diffusion.

Un rimedio per il coronavirus?

Secondo questo studio il virus colpisce soprattutto le persone con il gruppo sanguigno di tipo A. Quelle meno colpite sono le persone del gruppo sanguigno di tipo zero. Quelle del tipo zero hanno sintomi molto lievi.

https://scienze.fanpage.it/coronavirus-gruppo-sanguigno-di-tipo-a-piu-a-rischio-lo-sostiene-uno-studio/

https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.03.11.20031096v1?fbclid=IwAR2cXPyDOtTkN3u_mBCwCFBqXJEsF7OXDBmuP2lvd0mbDCakHy5oIIHp2cw

https://www.scmp.com/news/china/society/article/3075567/people-blood-type-may-be-more-vulnerable-coronavirus-china-study?fbclid=IwAR0ajFW51CBgXk3R8UW6igOr0O_OVROXyHwbKULd9WLxSXEBHoDyFdzjffA

https://nypost.com/2020/03/17/people-with-blood-type-a-might-be-more-susceptible-to-coronavirus-study-finds/?fbclid=IwAR3EW681z-PhY-badeLTFZn2ShiYHgsF0l7s0Q99dsrMbaE8Y8wlL39PP2c

Sintomi molto lievi significa meno persone in terapia intensiva.

Pensate nelle zone rosse dove stanno esaurendo i posti in terapia intensiva. Allora pensavo questo:

è possibile convertire i gruppi sanguigni di tipo A in tipo zero con degli enzimi.Questo in vitro.

https://www.wired.it/scienza/biotech/2019/06/18/batteri-convertire-sangue/

https://www.inverse.com/article/56706-universal-blood-type-conversion-science

https://www.nature.com/articles/s41564-019-0469-7

Potrebbe funzionare per ridurre le virulenza del contagio nelle zone rosse e riducendo la virulenza dei sintomi ridurre i tempi della malattia e perciò la diffusione del contagio. Meno tempo di esposizione per gli asintomatici e meno diffusione.